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852-23-69

Enrico Sibilia an Pietro Gasparri, Wien 20.09.1929

Beschreibung
Autor Enrico Sibilia
Art des Dokuments BriefBerichtTelegrammArchivsnotizProvvistaPro MemoriaÜbersetzung
Ausführung maschinenschriftlichhandschriftlichgesetzt
Status des Dokuments ReinschriftKonzeptAbschrift
Kommunikationsweg
von: Enrico Sibilia - Wien, 20.09.1929
Quelle AA.EE.SS., Periodo IV, Austria Ungheria, Pos. 852, Fasc. 23, Fol. 69r+v - 70r+v
Interne Nummerierung 2139/29
Externe Nummerierung 11235/407

Zitiervorschlag

Enrico Sibilia an Pietro Gasparri, Wien 20.09.1929; AA.EE.SS., Periodo IV, Austria Ungheria, Pos. 852, Fasc. 23, Fol. 69r+v - 70r+v in: Kritische Digitale Edition der Nuntiaturberichte Pius XI. und Österreich. Herausgegeben vom Österreichischen Historischen Institut in Rom, bearbeitet von Bernhard Kronegger. Zugriff:

Regest

Der Nuntius berichtet, dass es seit einigen Wochen in der Presse sehr ungenaue Nachrichten über die innenpolitische Situation in Österreich gebe. Diese würden die schmerzlichen Ereignisse von St. Lorenzen in der Steiermark übertreiben und in Folge umstürzlerische Bewegungen und Blutvergießen bis hin zum Krieg vorhersagen. Bei diesen Berichten handle es sich um freimaurerische Aktionen, um Österreich im Ausland zu schaden. Das Zentrum dieser freimaurerischen Gruppe vermute man in Zagreb. Der Nuntius habe bereits in einem Bericht vom 4. April auf die Behinderung der Regierung Seipels durch die sozialistische Opposition hingewiesen, welche seinen Sturz zum Ziel hatten. Die Hoffnung, welche die Christlichsoziale Partei in den neuen Kanzler Streeruwitz gesetzt habe, sei enttäuscht worden. Anstatt den Sozialisten die Zähne zu zeigen, habe er ihnen große ökonomische Zugeständnisse gemacht. Dies habe den Zuwachs der Heimwehren weiter befeuert. Msgr. Seipel sehe deutlich die ernste Bedrohung, die von den Heimwehren ausgehe, und habe daher, um die Sozialisten zu schwächen, die Idee einer Reform der österreichischen Verfassung ins Spiel gebracht. Streeruwitz habe dies aufgenommen und sich als Vertreter der Reform angeboten. Da für eine Verfassungsänderung eine Zweidrittelmehrheit der Parlamentskammer nötig ist, werde die Initiative aber wahrscheinlich scheitern, was dann Streeruwitz eine opportune Gelegenheit für seinen Rücktritt böte. Als neuer Kanzler seien Vaugoin, Schober oder Rintelen im Gespräch. Einer von ihnen würde dann die Verfassungsreform erneut einbringen, sollten die Sozialisten diese akzeptieren, wäre dies ein erster juristischer Todesstoß für sie, sollten sie es ablehnen, könnte man die Reform mit Gewalt durchsetzen. Der Anführer der Sozialisten, Bürgermeister Seitz habe sich in einer öffentlichen Rede bereit erklärt, in Verhandlungen über eine Verfassungsreform einzutreten. Aus inoffiziellen Gesprächen mit Frankreich, Italien, der Tschechoslowakei und Ungarn wisse man, dass diese Österreich unterstützen würden, falls man die Sozialisten beseitige. Besonders Frankreich mache dies von der definitiven Abkehr vom Anschluss an Deutschland abhängig. Die Sozialisten seien in großer Bedrängnis und ihre Anführer hätten bereits den Koffer zur Flucht gepackt. Es herrsche aber ein gewisser Optimismus, dass es nicht zu einem Bürgerkrieg oder weiterem Blutvergießen kommen werde.

Blutiger Sonntag Innenpolitik Verfassungsreform Bürgerkrieg 


Text

— Folio 69 recto 📄 —
Oggetto: Notizie politiche.

Eminenza Reverendissima,

Da qualche settimana in qua parecchi giornali, anche esteri, hanno pubblicato e continuano pubblicando, notizie molto inesatte intorno alla situazione interna dell’Austria, esagerando i fatti dolorosi di S. Lorenzo in Stiria1, e facendo prevedere movimenti insurrezionali, spargimento di sangue e perfino la guerra civile.

Tali notizie non sono altro che manovre massoniche, (dirette a danneggiare l’Austria di fronte all’estero): il cui centro di azione massonica si crede risieda ad Agram in Croazia.

Nel mio rispettoso rapporto 4 aprile c.a. No. 10820/382 ebbi l’onore di riferire all’Eminenza Vostra Reverendissima circa l’ostinata opposizione dei socialisti al Governo del Mgr. Seipel, da produrne la caduta; circa l’azione energica che voleva intraprendersi dai buoni contro la tirannia socialista; circa il parere di Mgr. Seipel sull’opportunità di doversi usare coi socialisti altri mezzi.

Le speranze che il partito cristiano-sociale aveva fon69

— Folio 69 verso 🔄 —
date sull’energia del nuovo Cancelliere von Streeruwitz, come vi è stato assicurato, sono restate deluse: poiché egli invece di mostrare i denti ai socialisti, ha procurato di accarezzarli, e far loro eccessive concessioni economiche.

Tale condotta dello Streeruwitz non solo gli ha talmente alienato le simpatie dei buoni e dell’intero partito cristiano-sociale, da far prevedere facilmente le sue dimissioni più o meno prossime; ma ancora è stata di potente impulso alle “Heimwehren”, (eminentemente antisocialistae) per aumentare incredibilmente il loro numero. Basterà dire che in poco tempo hanno aderito alla “Heimwehr” più di centomila contadini, artigiani e commercianti.

Mgr. Seipel che segue e scruta tutto il movimento politico con occhio vigile e con molta calma, vede chiaramente il grave pericolo delle Heimwehren; e affine di impedirne le imprudenze, di umiliare i socialisti, e di attrarre a favore della buona causa le “Heimwehren” stesse, ha lanciato l’idea di una riforma della Costituzione austriaca.

Questa idea è stata accolta dallo Streeruwitz con sommo favore, ed ha promesso che egli stesso se ne farà il proponente e il promotore nella Camera dei deputati, la quale non tarderà a riaprirsi.

Ma per riformare la Costituzione si esigono due terzi di voti della Camera; e poiché si crede che probabilmente questi due terzi non verranno raggiunti, ciò presenterebbe opportuna occasione allo Streeruwitz per dimettersi.

Circa il nuovo Cancelliere, che si dice dover essere un uomo superiore, si vocifera nelle alte sfere che possa essere o Vaugoin, o Schober o Rintelen; uno dei quali dovrebbe riproporre la detta riforma costituzionale: che, se venisse accettata anche dai socialisti, con ciò si darebbe loro il primo colpo mortale legalmente, e questo sarebbe il vivo desiderio di Mgr. Seipel: se invece vi si opponessero caparbiamente, in questo caso si vorrebbe imporre la detta riforma colla forza.

È questo un punto della questione fino ad oggi non molto chiaro: ma ieri in un pubblico discorso tenuto dal capo Socialista Seitz, Borgomastro di Vienna, ha egli dichiarato: “che i socialisti sono pronti ad entrare in trattative per la riforma della Costituzione”.

Mi si assicura che vi siano stati dei “pour-parlers”, non officiali, né officiosi, ma semplicemente privati, con la Francia, l’Italia, la Cecoslovacchia e l’Ungheria, le quali appoggerebbero l’Austria, purché vengano spazzati i socialisti; e che, specialmente la Francia, per dare un tale appoggio metterebbe per condizione “che l’Austria rinunzi definitivamente all’Anschluss”.

È certo che i socialisti sono in grande trepidazione: e mi si assicura che i loro corifei hanno già preparato le loro valigie per fuggire: è poi un fatto che i socialisti, che hanno depositi nella Banca socialista, ritirano frettolosamente il loro denaro.

Nei buoni qui regna un certo ottimismo, non scevro di qual70

— Folio 70 verso 🔄 —
che timore; ma nell’insieme si crede che non vi sarà né guerra civile, né insurrezioni, né spargimento di sangue, all’infuori di probabili disordini, ad affrontare i quali questo Governo è ben preparato per reprimerli; e che piuttosto possano sperarsi tempi migliori per l’Austria cattolica.

Fra qualche settimana o, al più, fra poche settimane si vedrà ciò che accaderà; e compirò il mio dovere di tenerne informata il meglio possibile l’E.V.Rev.ma.

Inchinato al bacio della Sacra Porpora, col più pro
fondo ossequio ho l’onore di raffermarmi
Dell’Eminenza Vostra Reverendissima

Umilissimo, devomo, obbmo Servo
+Enrico, Arciv. di Side
Nunzio Aplico

handschriftlich
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maschinenschriftlich
überschrieben
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Enrico Sibilia
Enrico Sibilia
handschriftlich
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maschinenschriftlich
handschriftlich
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handschriftlich
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Fußnoten

  • 1 In St. Lorenzen im Mühltal kam es am 18.08.1929 zum sogenannten „Blutigen Sonntag“. Der lokale Steirische Heimatschutz hatte in St. Lorenzen seit 1927 jede öffentliche Veranstaltung der Sozialdemokratie verhindert. Als dort am 18. August 1929 eine Großkundgebung zum 10 Jahrestag der Gründung der sozialdemokratischen Bezirksorganisation veranstaltet wurde, besetzte der Heimatschutz im Voraus den Versammlungsplatz. Im folgenden Handgemenge eröffneten die Heimatschützer das Feuer auf den Schutzband. Drei Mitglieder des Republikanischen Schutzbunds starben: Karl Hauer, Franz Hübl und Johann Schifkovits. Vierundachtzig weitere Personen wurden verletzt. Siehe: Bruce F. Pauley, Hahnenschwanz und Hakenkreuz: Der steirische Heimatschutz und der österreichische Nationalsozialismus 1918 - 1934, (Wien [u.a.]: Europaverl., 1972), 57-58.