Del nuovo Ministero Schober, come dal mio telegramma del 26 settembre u.s., il Dr. Antonio Eiselberg , celebrità medica viennese e buon cattolico, e il Dr. Otto Juch, capo sezione nel Ministero delle Finanze, non hanno rispettivamente accettato il portafoglio della Pubblica Istruzione e delle Finanze, assumendone perciò l’interim lo stesso Cancelliere Schober.

Questo nuovo Ministero, all’infuori di Mgr. Teodoro Innitzer, ex Rettore Magnifico di questa Università, e del Dr. Hainisch, già Presidente Federale, è formato dai Ministri dell’ultimo Gabinetto, ed è stato accolto da tutti i buoni con entusiasmo e con fondate speranze; mentre i socialisti dimostrano la loro grande diffidenza, specialmente per essersi manifestato favorevole alle Heimwehren.

L’attuale Cancelliere Giovanni Schober, lo fu anche nel 1921. Presentemente era Presidente della Sicurezza Pubblica. E’ uomo energico, favorevole alla Chiesa, molto amico del Cardinale Piffl ed anche del Nunzio.

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Ieri, nella prima udienza, mi disse di metterlo ai Piedi di Sua Sanità e di trasmettere i suoi profondi omaggi, e sensi di ossequio e di venerazione all’Eminenza Vostra Reverendissima: mi disse inoltre che egli procederà con molta calma verso i socialisti, ma con pari fermezza: e sorridendo diceva: è ora di finirla con questi Turchi del secolo ventesimo. Si deve riformare la Costituzione; e, finché i socialisti appoggeranno le riforme che proporrà il Governo, si userà con loro tutta la longanimità possibile: ma se vi si opponessero ostinatamente, prenderemo altre misure.

Raccomandai caldamente allo Schober l’importante questione scolare, massime circa l’istruzione religiosa nelle scuole, che egli, mi disse, tenere sommamente a cuore, e che il Nunzio poteva affidarsi sui suoi sentimenti religiosi.

Credetti opportuno fargli tale raccomandazione, poiché è corso qualche rumore di pressioni da parte dei pangermanisti: che il Ministero della Pubblica Istruzione non venisse clericalizzato: e che, dovuto forse a tali pressioni, Mgr. Innitzer non ne sia stato il titolare.

Si ritiene per certo che lo Schober, non senza sentirsi con Mgr. Seipel, abbia l’intenzione, a secondo dei casi, di sospendere le garanzie costituzionali, sciogliere le Camere e poi procedere a nuove elezioni. Ma ciò non avverrebbe subito, perché i socialisti sono in grande trepidazione, avendo lo Schober già parlato loro con molta chiarezza.

In qualunque eventualità il Governo d’Austria sta in buone mani: e si può esser sicuri che non avverranno gravi disordini e che molto meno correnti di sinistra abbiano il sopravvento.

Ciò che dà pena ai buoni è lo stato di saluto dell’ottimo Mgr. Seipel, che in questi ultimi giorni ha peggiorato assai. Lo specialista Dr. Singer, suo medico curante, gli ha prescritto assoluto riposo, e lo ha obbligato ad entrare in un Clinica per seguire durante alcune settimane una rigorosa cura antidiabetica, con proibizione di occuparsi di qualsiasi affare e di ricevere visite, ed assicurandolo che solo in tal modo egli potrà migliorare.

Già qualche giornale socialista ha pubblicato che Mgr. Seipel è gravemente malato e che vuole ritirarsi definitivamente a vita privata: e l’Arbeiterzeitung è giunto a dire doversi ciò attribuire alle alte sfere ecclesiastiche.

Il Dr. Funder poi, Direttore della “Reichspost”, cattolico sincero e persona integerrima, venuto da me Domenica scorsa, mi pregò di comunicare all’E.V.R., che egli sapeva con certezza l’intenzione di Mgr. Seipel di lasciare completamente la politica e di sparire nel buio; e questo sarebbe di grave danno alla causa cattolica in Austria.

Nel mio rispettoso rapporto del 4 aprile c.a. No. 10820/382, ebbi l’onore di riferire all’E.V.R. che Mgr. Seipel, alquanto abbattuto, aveva risoluto di abbandonare il Governo e probabilmente anche la direzione dei cristiano-sociali. Tale disposizione di animo è andata con il tempo sempre più internandosi in quel pio, dotto e coscienzioso Prelato: mentre io penso, nel caso e coll’augurio che la sua salute migliori, che l’opera di lui, dopo quella che verrà svolta dallo Schober, potrà essere necessaria ed assai importante per gli interessi religiosi di questa nazione.

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Il cardinale Piffl, mi è stato riferito, pensa di scrivergli, appena migliori, una bella lettera; e credo sommessamente che una parola di conforto, di augurio e di benedizione, recatagli dal Nunzio a nome del Santo Padre, che il Seipel ama svisceratamente, giungerebbe all’illustre infermo sommamente gradita.