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Beschreibung | |
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Autor | Enrico Sibilia |
Art des Dokuments | Brief, Bericht, Telegramm, Archivsnotiz, Provvista, Pro Memoria, Übersetzung |
Ausführung | maschinenschriftlich, handschriftlich, gesetzt |
Status des Dokuments | Reinschrift, Konzept, Abschrift |
Kommunikationsweg |
von: Enrico Sibilia - Wien, 22.03.1933
an: Eugenio Pacelli
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Quelle | AA.EE.SS., Periodo IV, Austria Ungheria, Pos. 852, Fasc. 25, Fol. 75r+v - 76r |
Interne Nummerierung | 870/33 |
Externe Nummerierung | 14.742/687 |
Zitiervorschlag
Enrico Sibilia an Eugenio Pacelli, Wien 22.03.1933; AA.EE.SS., Periodo IV, Austria Ungheria, Pos. 852, Fasc. 25, Fol. 75r+v - 76r in: Kritische Digitale Edition der
Nuntiaturberichte Pius XI. und Österreich. Herausgegeben vom
Österreichischen Historischen Institut in Rom, bearbeitet
von Bernhard Kronegger. Zugriff:
Regest
Die Presse, vor allem die ausländische, habe in den letzten Tagen viel über die politische Lage in Österreich und vor allem in Wien berichtet und die Lage als alarmierend, kritisch und beunruhigend bezeichnet. Diese Nachrichten würden von den Sozialdemokraten flankiert von den Großdeutschen verbreitet, um die Regierung zu stürzen, welche seit einiger Zeit ernste Maßnahmen gegen sie ergreife und die von der vernünftigen öffentlichen Meinung gepriesen und ohne Vorbehalt befürwortet werde. Eine dieser Maßnahmen bezog sich auf den Eisenbahnerstreik vom 1. März. Am 4. März brachten die Sozialisten und Großdeutschen einen Antrag dafür ein, dass die Regierung die harten Maßnahmen gegen die sozialistischen Eisenbahner vermindere. Dieser Antrag wurde mit 81 zu 80 Stimmen angenommen, aber als man die Stimmen überprüfte, wurde klar, dass ein sozialistischer Abgeordneter zwei Mal abgestimmt hatte. Dies resultierte in einem unbeschreiblichen und gewalttätigen Tumult, in Folge dessen der Nationalratspräsident Dr. Renner (Sozialist), sein erster Vizepräsident Dr. Ramek (Christlichsozialer) und schließlich der zweite Vizepräsident Dr. Straffner (Großdeutscher), da sie keine Ruhe herstellen konnten, ihre Resignation bekannt gaben, und so die Sitzung ohne Präsidenten weder fortfahren noch geschlossen werden konnte. Ein solcher Fall sei von der Verfassung nicht vorgesehen, aber biete der Regierung einen großen Vorteil und ein wirklich leichtes Spiel. Am 15. März habe Dr. Straffner mit Unterstützung der Großdeutschen versucht, die Sitzung vom 4. des Monats wieder aufzunehmen. Die Regierung habe ihn aber freundlich darauf hingewiesen, dass dies gegen die Verfassung sei und dass man, wenn er auf seinem Vorhaben bestehe, die Verfassung durchzusetzen gedenke. Die Aufständigen hätten geantwortet, dass sie sich um jeden Preis im Parlament treffen würden und, falls man sie hindere, einen Generalstreik ausrufen würden. Die Regierung habe aber, auf den Notfall gut vorbereitet, den Nationalrat militärisch abgeriegelt und den angedrohten Streik abgewehrt. Sollte die Regierung, unterstützt von allen Menschen guten Sinnes, ihren harten Kurs gegen die Störer der öffentlichen Ordnung fortführen und die wirtschaftliche Lage verbessern, wie sie es bisher mache, so stünden glückliche Tage bevor. Die aktuell exzellente politische Lage, welche da sie anormal sei, wohl nicht lange bestehen werde, scheine dem Nuntius als sehr gelegen, um in Ruhe die Verhandlungen bezüglich des Konkordats wieder aufzunehmen und abzuschließen. Man solle die Sache daher möglichst beschleunigen, um von der privilegierten Position, in der sich die Regierung befinde, zu profitieren.
Innenpolitik "Selbstausschaltung" des Parlaments Konkordat
Eminenza Reverendissima,
La stampa, specialmente estera, da oltre quindici giorni si diverte in pubblicare notizie sulla situazione politica in Austria, e in particolare di Vienna, dicendola allarmante, critica, inquietante.
Tali notizie sono divulgate con arte dai socialisti democratici, fiancheggiati dai pangermanisti, onde rovesciare il Governo che sta prendendo da qualche tempo serie misure energiche a loro riguardo, e che l’opinione pubblica sensata loda ed approva senza riserve.
Fra tali misure ve ne fu una il primo marzo corrente a carico di alcuni ferrovieri rivoltosi, che eccitarono e in parte realizzarono uno sciopero di due ore nel servizio dei treni: sciopero in apparenza di protesta contro certi provvedimenti d’indole economica; in realtà come saggio rivoluzionario.
Il 4 marzo i deputati socialisti e pangermanisti proposero ai voti della Camera una mozione con cui si invitava il Governo a mitigare il rigore dimostrato verso quei ferrovieri socialisti; e tale mozione ottenne 75
Ne nacque un tumulto indescrivibile e sì violento che il Presidente della Camera Dr. Renner (socialista rosso), in seguito il primo vicepresidente Dr. Ramek (cristiano-sociale) ed in fine il secondo vicepresidente Dr. Straffner (pangermanista), non riuscendo a ristabilire la calma, l’uno dopo l’altro dettero seduta stante le proprie dimissioni, lasciando la Camera senza Presidente e perciò senza potere né proseguire, né chiudere la sessione. Un caso simile non è previsto nella Costituzione, ma offre al Governo un grande vantaggio e un assai buon giuoco.
Il 15 marzo il Dr. Straffner, sorretto dai socialisti, voleva tentare di riaprire la Camera per concludere l’interrotta sessione del 4 detto mese; il Governo però gli fece amichevolmente comprendere che ciò era anticostituzionale, e che, se insistesse nel suo intento, avrebbe egli dovuto fare rispettare la Costituzione. Quei rivoltosi risposero che ad ogni costo si sarebbero essi riuniti in Parlamento, e se ne venissero impediti, susciterebbero uno sciopero generale.
Il Governo però, che era ben preparato ad ogni emergenza, fece chiudere
Se il Governo, che è sorretto da tutte le persone di buon senso, si manterrà fermo e risoluto, come si è dimostrato finora, e continuerà a prendere senza riguardi forti misure contro i perturbatori dell’ordine pubblico e a migliorare la situazione economica, come sta facendo, possono concepirsi liete speranze di giorni migliori.
La eccellente situazione attuale politica, che naturalmente essendo anormale non potrà durare a lungo, mi sembrerebbe molto propizia per attivare e condurre tranquillamente a termine le trattative del Concordato; e nelle alte sfere si vedrebbe con somma soddisfazione se se ne potesse accelerare la conclusione al più presto possibile onde fruire della posizione privilegiata in cui si trova ora il Governo.
Inchinato al bacio della Sacra Porpora, col più profondo ossequio ho
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l’onore di raffermarmi ↵
della Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo, devmo, obbmo Servo ↵
+Enrico, Arciv. di Side ↵
Nunzio
Aplico
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