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886-48-17

Archivsnotiz, 13.03.1934

Beschreibung
Autor Unbekannter Mitarbeiter des Staatssekretariats
Art des Dokuments BriefBerichtTelegrammArchivsnotizProvvistaPro MemoriaÜbersetzung
Ausführung maschinenschriftlichhandschriftlichgesetzt
Status des Dokuments ReinschriftKonzeptAbschrift
Quelle AA.EE.SS., Periodo IV, Austria Ungheria, Pos. 886, Fasc. 48, Fol. 17r - 20r

Zitiervorschlag

Archivsnotiz, 13.03.1934; AA.EE.SS., Periodo IV, Austria Ungheria, Pos. 886, Fasc. 48, Fol. 17r - 20r in: Kritische Digitale Edition der Nuntiaturberichte Pius XI. und Österreich. Herausgegeben vom Österreichischen Historischen Institut in Rom, bearbeitet von Bernhard Kronegger. Zugriff:

Regest

Das wohl fehlerhaft datierte Dokument, vermutlich verfasst am 13. März 1938, reflektiert die politischen und moralischen Konsequenzen des Anschlusses Österreichs an das Deutsche Reich. Der Text drückt Bestürzung über die Ereignisse aus und betont, dass die Annexion nicht nur ein politischer, sondern vor allem ein spiritueller Einschnitt sei, der Millionen katholische Gläubige betreffe.

Der Verfasser hebt hervor, dass die internationale Gemeinschaft Garantien für die österreichische Unabhängigkeit gegeben habe – durch Verträge, diplomatische Erklärungen und unterschriebene und ratifizierte Protokolle –, dieses Kartenhaus jedoch angesichts der Gewalt eingestürzt sei. Die Ereignisse hätten gezeigt, dass selbst wohlbegründete rechtliche und politische Argumente vor der brutalen Macht des Faktischen nicht standhielten.

Es wird auf die Widersprüche in der Rhetorik der Nationalsozialisten hingewiesen: Während Freiheit, Gleichheit und Gerechtigkeit propagiert würden, würden gleichzeitig Bischöfe und Politiker inhaftiert, die lediglich ihrem Glauben und Vaterland gedient hätten. Unter dem Vorwand der Demokratie werde mit Einschüchterung, militärischer Präsenz und Repression gearbeitet. Trotz der offiziellen Verkündung von Wohlstand und Ordnung seien die ersten Folgen der Annexion Verhaftungen und politische Verfolgung.

Der Text sieht im Anschluss ein Symptom einer globalen Krise, in der Gewalt und Tyrannei die internationalen Beziehungen dominieren. Auf der einen Seite würde Produktion vernichtet und tausende müssten an Hunger sterben, wohl eine Referenz auf den Holodomor, auf der anderen Seite würden Parteiinteressen über das Wohl der Nation gestellt. Die Menschen werden sich in einer demokratischen und einer autoritären Schlachtreihe gegenübergestellt. Der Verlust der christlichen Werte – insbesondere der Gerechtigkeit und der Nächstenliebe, wie sie in der Enzyklika Quadragesimo anno betont werden – wird als zentrale Ursache für diese Entwicklungen betrachtet. Ohne Gerechtigkeit herrsche Unterdrückung, ohne Nächstenliebe nur Hass.

Abschließend warnt der Text, dass das Prinzip der Machtpolitik, das in der internationalen Arena zunehmend vorherrsche, das Ende der Ehrlichkeit und Redlichkeit in der Diplomatie sowie den Triumph der Barbarei über die Zivilisation bedeuten würde.

Anschluss Quadragesimo anno Katholische Aktion Verfassungsreform Soziale Frage Nationalsozialismus 


Text

— Folio 17 recto 📄 —
Appunto e [sparl] per un eventuale articolo 13-3-34
Anschluss

Le notizie dei gravi avvenimenti verificatesi in questi giorni in Austria hanno diffuso nel mondo come un senso di sgomento.

I politici potranno lamentare la fine dell’indipendenza di una Nazione, che al riconoscimento dei compitienit, aveva una importante funzione da svolgere nel mondo secondo tradizioni secolari.

I diplomatici potranno meravigliarsi per uno svbocco così imprevisto dopo tante trattative e documenti che non avrebbero potuto farlo prevedere.

Noi cattolici non possiamo non preoccuparsc i per una ragione molto superiore perché tocca più da vicino la vita dello spirito di milioni di nostri fratelli in Cristo.

Nessuno mai più nella Chiesa ha proclamato la libertà dei popoli e il diritto di una Nazione ad organizzarsi secondo le proprie caratteristiche etniche e spirituali. Nessuno mai più e meglio della Chiesa ha difeso i diritti delle minoranze affermando che in via ordinaria è giusto e legittimo che tutti coloro i quali sono uniti dallo stesso vincolo di nazionalità siano anche uniti nella compagine di uno Stato armonico e indipendente.

Gli avvenimenti stupiscono. Quale Nazione poteva vantare una documentazione più larga e solenne di garanzie internazionali.?

Trattati, dichiarazione collettive delle maggiori Pontezne, Protocolli firmati e confermati, discorsi e articoli di grandi Statisti. Eppure tutto è stato vano.

Di fronte alla violenza questo castello di carta è crollato. I ragionamenti più fondati e le assicurazioni più esplicite hanno

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— Folio 18 recto 📄 —

dovuto vcedere il posto alla fatalità degli eventi.

Quante contradizioni.

Mai come ora si è fatto più uso delle parole più alte e più nobili: libertà, diritto, giustizia, decisione dei popoli, ecc. ecc.

Si parla di plebiscito e di libertà e nello stesso tempo si annunziano autoblindate, reparti di fanteria, ecc.: s’incarcerano vescovi e uomini politici rei soltanto di aver servito la Fede e la Patria.

Si minaccia si intimidisce come se il timore fosse la sicura garanzia della libera scelta.

Si inneggia alla libertà e si mandano armati. Si parla di prosperità e si incarcerano moltissime persone. Si parla di eguaglianza mentre organizzazioni formidabili opprimono e distruggono le iniziative individuali.

Si parla di cultura e si vuole imporre a tutti un modo di pensare e di vivere.

Si parla di maggioranza e si imprigionano coloro che non essendo più al potere ed essnendo una minoranza non dovrebbero più destare alcuna preoccupazione.

Allargando la considerazione a tutto il mondo, due sanguinosissime guerre in atto: qua si distrugge la produzione che è sovrabbondante: là migliaia di persone muoiono di fame.

Altrove lotte e interessi di partiti si sovrappongono al bene della Nazione.

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— Folio 19 recto 📄 —

In territori immensi è tolta qualsiasi libertà di coscienza, si uccidono, si imprigionano persone soltanto perché credono in Dio e vogliono rimanere fedeli alla loro religione.

In molti luoghi si cerca di dividere gli uomnini in due grandi eserciti armati l’uno contro l’altro. L’uno in nome della democrazia, l’altro in nome dell’autorità.

Che cosa è questa incertezza?

Questa onda di violenza e di tirannia che minaccia di tutto sommergere?

Che cosa è questa impossibilità di trovare di fronte a fatti gravissimi, non diciamo un’azione concreta, ma un giudizio concorde quando è palese la violazione del diritto più elementare.?

Quale è la causa di tutto questo?

Non si mette più a vasexxxx base Dio e la sua fedeunlesbar. Non si vuole più ammessa nella vita pubblica l’influenza salutare della Chiesa e così tramontano per sempre duei duae astri che dovrebbero illuminare tutta la vita civile cioè la carità e la giustizia (Ricordare alcune parole molto belle sulla carità e la giustizia della Quadragesimo Anno)

Senza giustizia non vi può essere che sopraffazione. Senaza carità non vi può essere che odio. Sotto tutti e due gli aspetti non si piuò giungere che al trionfo della violenza.

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— Folio 20 recto 📄 —

E quando traper i rapporti della vita individuale è solo il più forte ad avere la meglio è la fine di ogni libera e decorosa convivenza tra le mura di una stessa città nell’interno di uno stesso paese.

Ma quando nei rapporti internazionali la parola definitiva è alla forza e alla violenza, quando i Patti sanciti non sono che pezzi di carta e la parolea solennemente datea non sonoxxxx è che un suono di vento, è la fine dell’onestà e della rettitudine nella vita internazionale, è la fine della civiltà e il trionfo della barbarie.

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unklare Lesung
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